Riceviamo e pubblichiamo un bel contributo preparato da Domenico Casoli riguardante la chiesa di Santa Croce ed il suo Campanile.

La storia del Patriziato di Vacallo stava scritta nel registro patrriziale che comprendeva, oltre ai verbali delle Assemblee, anche il regolamento dell’Ente; purtroppo il registro è scomparso. Dove sarà andato a finire?
Il Comune di Vacallo non ha più documenti necessari per conoscere i cognomi delle famiglie patrizie. Oggigiorno troviamo ancora due famiglie ancora esistenti e precisamente la famiglia Fontana e la famiglia Rizza.
Per conoscere chi erano le altre famiglie bisognerebbe interessarsi presso l’archivio cantonale.

E veniamo alla storia della chiesa di Santa Croce ed il suo campanile.

15 anni dopo la chiusura del Concilio di Trento, al quale attivamente aveva partecipato, il vescovo di Como Gian Antonio Volpi, mandava in visita nel 1578 nelle terre di Vacallo, il Bonomi che trovò anche una “Cappella” dedicata alla Santa Croce ed era un legato fatta da Giovanni Antonio Piotti insigne architetto vacallese con studio a Como.

Nel 1613 venne trasformata dando corpo ad una vera chiesa, pur ridotta nelle sue dimensioni.
Il campanile fu terminato nel 1644 da mastro Paolo Fasana, originario di Piazza Santo Stefano (Italia). Fino all’anno 1881, le campane erano due.
La chiesa Parrocchiale era, ed è tutt’ora, quella di San Simone, però diverse funzioni si tenevano in “Santa Croce” siccome costruita in “Medio Terrae” (in mezzo al paese).

Verso la fine dell’800, venivano benedette le nuove cinque campane (fuse dalla ditta Barigozzi di Milano) con le seguenti iscrizioni:

  1. Municipalità di Vacallo, “Per signum Crucis libera Domini”
  2. A Fulgure et tempestate libera Domini
  3. San Vincenti Ferreri ora pro nobis
  4. San Simone et Taddei AP orate pro nobis
  5. San Fidelis Martiris ora pro nobis.

In quell’epoca troviamo pure un certo Antonio Montorfano celibe nato a Como nel 1826 e sepolto a Vacallo nel 1902, non si sa il motivo della sua venuta a Vacallo.
Doveva essere un personaggio benestante perché contribuì finanziariamente per le campane.
Alla sua morte il comune pose una lapide perenne, ma in questi anni allo spurgo del cimitero la lapide è scomparsa (perché?).

Nel 1936, il campanile veniva restaurato dall’architetto Fossati di Meride. Nuovamente nel 1984 dall’architetto Elio Ostinelli sotto l’impresa Oreste Zanetta.
La casa parrocchiale vecchia venne costruita nel 1755 e restaurata nel 1949.

La chiesa di Santa Croce venne poi ampliata nel 1935-1936.

Domenico Casoli

Nella foto: La chiesa di Santa Croce prima dell’ingranimento del 1935-1936.