Vorrei porre l’attenzione dei lettori sulla grave siccità di questo ultimo anno che preoccupa anche il Ticino. Non piove, le riserve idriche non sono mai state così scarse e la poca neve caduta sulle montagne non colmerà la lacuna.

Si preannunciano mesi difficili. Bisogna dunque cercare di applicare tutti i correttivi possibili affinché l’acqua sia risparmiata. Ma cosa si può fare? Le regole del mercato dicono che più un bene è raro più il suo costo aumenta. Oggi l’acqua costa poco, forse troppo poco per il valore che ha. Ma dato che un bene è di tutti e indispensabile a tutti, si potrebbero introdurre due fasce di fatturazione: mantenere il prezzo standard fino a un certo quantitativo di consumo, indispensabile per un’economia domestica, e aumentare invece sensibilmente il costo per chi supera tale soglia, così da limitare al massimo l’irrigazione di prati verdi e altri consumi non parsimoniosi e prioritari dell’acqua.

Molto importante è poi il tema della sensibilizzazione. Il Cantone dovrebbe insistere già nelle scuole elementari per aumentare la consapevolezza delle nuove generazioni in merito all’importanza dell’oro blu. Abituandosi fin da piccoli a piccole ma fondamentali azioni, come chiudere il rubinetto quando ci si lava i denti, riutilizzare l’acqua domestica per annaffiare i fiori, caricare la lavatrice solo se piena, raccogliere l’acqua piovana per bagnare l’orto, montare sui rubinetti di casa riduttori di flusso, potremmo già ottenere importanti risparmi.

In caso di elezione sosterrei leggi e incentivi in questo senso. L’immagine apocalittica del S. Salvatore in fiamme su una Lugano desertica ormai priva di lago, può essere efficace per sensibilizzare ma preferisco pensare che qualcosa di concreto si possa fare.

Lucia Rizza, candidata al Gran Consiglio per Il Centro